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“Un ottimista in America” di Italo Calvino
Italo Calvino, al ritorno dal suo primo viaggio americano durato dal novembre 1959 al maggio 1960, decide di trasformare il diario delle sue esperienze in un libro ispirato ai “Viaggi di Gulliver”. Inizialmente riluttante a scrivere un ennesimo libro sull’America, Calvino cambia idea, riconoscendo nei libri di viaggio un’opportunità per registrare l’essenza mutevole dei paesi e esprimere un rapporto personale con la realtà.
Esplorazione del Mito Americano
“Un ottimista in America” narra il processo di conoscenza di Calvino attraverso incontri, impressioni e riflessioni che mettono a fuoco il mito americano. Calvino esplora soprattutto la mentalità individuale e la società che ne deriva, offrendo uno sguardo antropologico sulla cultura americana.
Scoperta del “paese degli uomini che hanno scelto la geografia e non la storia”
Il libro segue il calibrato montaggio dei capitoli che guidano il lettore attraverso le diverse tappe della scoperta dell’America da parte di Calvino. Il viaggio inizia e termina a New York, descritta come una “città impregnata di elettricità”, che affascina l’autore come una pianta carnivora attratta da una mosca.
Conclusioni
“Un ottimista in America” non è solo un resoconto di viaggio, ma un’opera che esplora profondamente il rapporto tra individuo e società in un contesto culturale diverso. Con la sua prosa acuta e riflessiva, Calvino offre una visione personale e critica dell’America degli anni ’60, facendo emergere tematiche universali attraverso l’esperienza individuale.